E
E coda: eccetera, tutto il resto
E porto uno: dicesi in seguito ad una minaccia o ad una zuffa in tono beffardo
E’ bello che ito: malconcio, alla frutta
E’ come predia’ la fede a ’tturchi: fare una cosa inutile, che non porta a niente
E’ la legge del menga, chi l’ha in culo se lo tenga: regola o legge truffaldina, fatta per imbrogliare la gente
E’ un bel piglià: dicesi di un buon affare o situazione molto conveniente
E’ una sicutera: lungagnata, discorso lungo e noiosa
Empissi fino al trincarino: mangiare in maniera eccessiva, riempirsi di cibo
En come i ladri di Pisa, di notte rubino assieme e di giorno litighino: persone che litigano spesso e in modo acceso ma fanno pace subito e tornano in armonia
En cotti i ’nnicchi e spento ’l foo: dicesi di una cosa ormai finita, giunta al termine. Definizione relativa all’ultimo corso di Carnevale quando ormai è giunto alla conclusione
En curiosi i cunigliori: Ognuno è fatto a modo suo, con le proprie stranezze
En fii secchi: cose senza valore, situazione volta al negativo
En teste e lische: situazione non redditizia, miseria, povertà
En velli de ’ffagiolini: detto riferito ai lucchesi quando, a settembre, venivano sul mare e si portavano ogni cosa per non spendere niente
Erin du’ fratelli e un cugino, ognuno tirava l’acqua al su mulino: ognuno fa i propri interessi
Esse’ del gatto: trovarsi in una situazione spiacevole, svantaggiosa
Esse’ di bocca bona: mangiare di tutto, accontentarsi con facilità
Esse’ di un’altra parocchia: avere opinioni diverse
Esse’ il due di picche vando briscola è còri: non contare niente
Esse’ per le bue: avere dei malanno, più o meno gravi
Esse’ povero in canna: essere in miseria
Esse’ ridotto a un lumicino: essere in fin di vita
Esse’ un ciottoro: ammalarsi con frequenza
Esse’ un pozzo a perde: non avere mai fine
Essici maretta in giro: situazione turbata, poco tranquilla a causa di contrasti