Accedi o Registrati per consultare tutti i contenuti senza limitazioni. E' facile, veloce e gratuito!
Home > Eventi e racconti su Viareggio
la succursale estiva di Roma
Il Galeone adibito a Ristorante e Discoteca
da Viareggio a Sanremo
Il deposito di mine
La storia del mito Artiglio
Gli idrovolanti nel lago di Massaciuccoli
il furto della bandiera
Cronaca di una rivoluzione impossibile
l’esercito occupa la città
Il rogo che ha distrutto la "Viareggio West"
Cerimonia di posa della prima pietra
il trenino a vapore che univa Viareggio a Camaiore
I primi hangars delle maschere
Poligono di tiro sperimentale
la tradizione dei grandi fuochi
Un mestiere ormai perduto
campi di filatura
In zona, sia sui colli che in pianura, si trovano testimonianze di attive presenze di popolazioni preistoriche. Da indagini archeologiche sappiamo che l'area circostante il lago di Massaciuccoli (compresa la zona di San Rocchino e della Migliarina, alla periferia di Viareggio) dall'VIII secolo a.C. fu abitata da gruppi di Etruschi che commerciavano con le popolazioni liguri stanziate nell'entroterra collinare e montuoso (Comune di Camaiore e parte Nord di quello di Massarosa).
Nel III secolo a.C. nel territorio montuoso circostante imperversarono i Liguri Apuani, nel 180 a.C. i Romani sconfissero i Liguri Apuani e iniziarono la colonizzazione della zona (attuali territori di Massaciuccoli, Camaiore, Pietrasanta).
Nel Medioevo si svilupparono i primi villaggi collinari, molti dei quali esistono ancora. Il futuro territorio di Viareggio era paludoso e non venne abitato. Intorno al 1000 d.C. iniziarono le prime lotte fra Lucca e Pisa per il controllo della costa versiliese, che dall'Alto Medioevo era una selva (Selva Regia o Palatina) di proprietà di feudatari (cattani o capitanei) spesso in lotta tra loro.
Sono stati pubblicati dei libri che sostengono nuove teorie sulle origini di Viareggio. Queste teorie riguardano ipotetici insediamenti preromani il cui sviluppo storico avrebbe portato alla nascita di Viareggio.
Queste teorie sarebbero supportate da ritrovamenti di piccoli reperti (frammenti ceramici..) e nelle località limitrofe e da alcuni documenti antichi che citerebbero questo antico insediamento. Per quanto affascinanti queste teorie si discostano dalla storia tradizionale (molto più verificata) della costa versiliese e non sono supportate da prove sufficienti a ritenerle vere.
Al 1169 risale il primo fatto storico riguardante Viareggio: venne costruita una torre di legno a guardia del litorale.
Poco più di due anni dopo (1172) fu edificata l'opera militare che prese il nome "Turris de Via Regia", dal nome della via che doveva essere percorsa per accedervi (poi diventata via Montramito).
Il territorio di Viareggio, negli anni successivi, fu coinvolto nelle dispute fra Pisa e Lucca per la supremazia e il controllo del territorio litorale. Tale conflitto traeva le sue origini, da una parte, dal desiderio di Lucca di avere uno sbocco sul mare e, dall'altra, da Pisa che temeva la concorrenza economica della rivale. In questi anni i feudatari versiliesi sono costretti ad abdicare per fare spazio alla signoria di Castruccio Castracani.
In generale fino al 1400 il territorio su cui si sarebbe sviluppata Viareggio rimase segnato da un susseguirsi di guerre e dispute minori, invasioni di eserciti e saccheggi. Oltre a tali "sciagure" determinate dall'uomo, anche la natura fece il suo corso con la pestilenza che, raccontata anche da Giovanni Boccaccio nel "Decameron", interesserà l'Italia intera.
In questi anni Firenze espanse il proprio controllo sulla Toscana. Lucca riuscì, con grandi sacrifici finanziari, a mantenere l'indipendenza.
Con lodo arbitrale di Leone X, il 10 settembre 1513, Lucca perse il controllo del porto di Motrone. Tale evento avrebbe interessato direttamente Viareggio che, da quel momento, vide concentrare gli sforzi di Lucca per farlo diventare il centro dei propri commerci. Oltre alla costruzione della nuova torre quadrata (1534) a protezione del porto, si cominciò a costruire i primi insediamenti della futura città.
Questo secolo fu uno dei più difficili per i circa 300 abitanti di Viareggio: la zona era insalubre, malaria e epidemie mortali rendevano la vita dei pescatori e dei contadini molto difficile.
Lucca, per contro, cercò in tutti i modi di far migliorare il tenore di vita bonificando le paludi e incoraggiando il trasferimento della popolazione lucchese nel nuovo borgo.
Piano piano Viareggio cambiò volto, furono costruite due chiese e due piccole fabbriche, altre botteghe sorsero intorno, il porto diventò sempre più attivo. Le terre, bonificate, iniziarono ad essere sempre più coltivate.
Nel 1701 Viareggio diventò comune. Nel 1739, grazie all'ingegnere idraulico Bernardino Zendrini la zona paludosa fu finalmente bonificata, il paese diventò una città dove i nobili lucchesi iniziarono a costruire i propri palazzi.
[ cartina di Viareggio del 1916 ]
Nel 1797 fu costituita da Napoleone la Repubblica Cisalpina. Dopo varie scaramucce, nel 1799 le truppe cisalpine iniziarono l'occupazione della Repubblica di Lucca (il 6 gennaio fu occupata Viareggio). Terminata l'occupazione della repubblica oligarchica furono indette delle elezioni, ma il risultato modesto per i giacobini li spinse a eliminare il governo lucchese e formarne uno provvisorio. Inizialmente i viareggini non reagirono, ma anzi sembrarono accettare le nuove idee. Il 6 maggio, tuttavia, insorsero contro la milizia giacobina, aiutati dagli abitanti delle città vicine. Il 7 arrivarono le truppe da Livorno per placare le sommosse e gli insorti si dovettero arrendere.
Napoleone era imperatore e Lucca, come altre città, fu trasformata in principato la cui sovranità fu assegnata a Felice Baciocchi, anche se il potere era esercitato effettivamente dalla sorella maggiore di Napoleone, Elisa. Il governo di Elisa fu caratterizzato da provvedimenti come quelli contro il patrimonio ecclesiastico, l'adozione del Codice Napoleonico, l'adozione del sistema metrico, l'introduzione della vaccinazione obbligatoria e gratuita contro il vaiolo. Più in generale il governo di Elisa contribuì positivamente a migliorare gli aspetti relativi all'assistenza, alla beneficenza e all'istruzione.
Con la caduta di Napoleone, Viareggio fu teatro di fatti sanguinosi. Nel marzo 1814 dopo la caduta e la fuga dei Baciocchi, i viareggini manifestarono contro i francesi. La manifestazione, però, sconfinò in atti di puro teppismo.
Viareggio rimase sotto il dominio austriaco fino al 1817 quando il Congresso di Vienna assegnò a Maria Luisa di Borbone-Spagna il nuovo Ducato di Lucca. Gli anni seguenti videro la Restaurazione, quanto di buono era stato fatto sotto l'Impero napoleonico venne perduto. Anche il nuovo regno tuttavia contribuì al miglioramento strutturale di Viareggio dove fu costruita la prima darsena. Nel 1820 Viareggio fu dichiarata città per decreto della duchessa di Maria Luisa di Borbone.
Dopo la morte della madre (13 marzo 1824) è la volta di Carlo Ludovico di Borbone che contribuì a migliorare la città dotandola di una nuova chiesa, un regio casinò e di due stabilimenti balneari, i primi costruiti a Viareggio.
Il 5 ottobre 1847 Lucca fu ceduta alla Toscana. Viareggio, nella nuova realtà, si sviluppò come centro balneare, non più limitato alla sola Lucca ma esteso a tutta la Toscana. Nel 1848 Viareggio scelse il proprio stemma, che è rimasto immutato, in cui sono presenti: un'ancora con tanto di gomena e uno scudo bianco, rosso e verde. Il tricolore, simbolo dell'unità d'Italia, è vanto dei Viareggini, unici ad averlo nel proprio stemma.
In questi anni Viareggio era meta di esuli risorgimentali tollerati dal potere locale.
In questi anni l'economia di Viareggio era in rapida espansione, infatti all'industria balneare già affermata si aggiunse quella della marineria velica. Iniziarono nel contempo le prime lotte sociali con l'affermarsi di una coscienza di classe. I lavoratori fondarono le società di mutuo soccorso e successivamente si organizzarono nei primi movimenti politici di varia ispirazione (anarchici, socialisti, cristiani).
Agli inizi del secolo Viareggio vide un notevole sviluppo del litorale e dell'industria balneare che determinò un mutamento su un tratto vasto di costa. Nacque la Passeggiata, con i suoi caffè e negozi. La città fu definita "Perla del Tirreno". Il legno era però il materiale di gran lunga più usato nelle costruzioni e nel 1917 questo alimentò un incendio destinato, in una notte, a distruggere gran parte delle costruzioni presenti. Il legno tuttavia restò largamente utilizzato fino al periodo fascista quando si iniziò a costruire con materiali diversi.
Il 2 maggio 1920 scoppiò il malessere sociale dei viareggini in una rivolta non organizzata, una ribellione che trasse origine dalla tradizione anarchica e libertaria della città. È la storia di una partita di calcio tra il Viareggio e i poco amati cugini della Lucchese che si conclude in tragedia e dà l'avvio alla rivolta. La ribellione prende le mosse dall'assassinio del guardalinee della partita (un ex militare, persona da tutti benvoluta che da anni risiedeva a Viareggio) ad opera di un carabiniere che dopo la fine della partita, ed a poche centinaia di metri dal campo sportivo, spara un colpo ed uccide a sangue freddo il guardalinee. L'uccisione del guardalinee, è l'ennesima violenza e sopruso a danno del popolo viareggino, tale violenza fa esplodere una rabbia antica che da anni covava nella società; è il motore da cui prenderà l'avvio della ribellione che porterà alla nascita per tre giorni della libera Repubblica di Viareggio. Fra i libri che ricordano quei fatti sicuramente il racconto di Mario Tobino nel suo "Sulla spiaggia e al di là del molo" e il romanzo di Andrea Genovali "Viareggio 1920 - Storie di calcio e di rivoluzione".
Nel 1921 furono uccisi a revolverate Pietro Nieri ed Enrico Paolini, da alcuni militanti fascisti in piazza Grande (poi diventata piazza Nieri e Paolini), due giovani di estrema sinistra. Le due fazioni si erano accordate per scontrarsi senza armi, ma così non fu. Fu il primo delitto politico di quegli anni tesi, ma non l'ultimo.
Durante la Seconda guerra mondiale Viareggio subì bombardamenti pesantissimi: interi quartieri furono distrutti completamente o quasi. L'11 settembre 1944 le truppe alleate raggiunsero la periferia della città e il 16 settembre 1944 venne interamente occupata e liberata dagli Alleati.
Nel secondo dopoguerra iniziò con grande passione la ricostruzione (primo sindaco dopo la Liberazione fu Corrado Ciompi che guidò la Giunta Comunale dal 18/7/44 al 1/4/46); in quel periodo fu avviata la costruzione del "vialone" e si ridette vita al Carnevale (1946). Tra alti e bassi la città ha continuato a crescere e svilupparsi ed è ancora una nota località turistica balneare, famosa per il suo carnevale e per la cantieristica navale.