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Vocabolario del Vernacolo Viareggino

Lettera s




 



S

Saccalàdra: sf. Tasca che le nonne viareggine portavano ben nascosta sotto la sottana e alla vita per tenerci il borsellino e altri piccoli oggetti personali

Sacchétte: sf.pl. Testicoli ("Sta’ ssentì, di te e delle tu’ pottate n’hó le s. piene!")

Sanfasò: locuz.avv. Di cosa fatta alla leggera, senza troppo impegno, alla carlona, "come viene, viene"

Sanluigìno: sm. Persona magra, allampanata, dall’aspetto malaticcio (da S.Luigi Gonzaga, sempre rappresentato pallido, smunto)

Sànna: sf. Dente ("Delafia le sanne ’he mette fóri vando si rigira!")

Sànna, ride’ la: locuz.v. Abbozzare una certa soddisfazione o contentezza ("Vesto mese riscóti di più? Ti ride la sanna, eh?")

Salacchìno: sm. Aringa o sardina affumicata o conservata sotto sale / persona molto magra, patita

Santivicèturi: sm.pl. Eufemismo blasfemo per "coglioni" (" ’Ummi rompe’ ss.!!!")

Sapé: v. Sapere, conoscere

Sapóne: sm. Di persona che ostenta in modo seccante il suo sapere ("E’ ccapace ’l s. lì, ’un za fa manco d’indove è stato caàto l’ovo ch’ha mangiato!")

Saràffo: sm. Il compare dei ciarlatani presenti nelle piazze nei giorni di mercato / fig. Socio di una truffa o di un imbroglio ("Lù e ’l zù s. m’hanno rinculato bene, vai!")

Sardìgna: sm. Luogo di stoccaggio dell’immondizia (dal nome del lazzaretto per cavalli e muli che si trovava alle porte di S.Frediano in Firenze)

Sarocchìno: sm. Mantellina incerata per bamboretti ("Mèttini ’l zarocchino al bàmboro, che ppiove!")

Saziènte: agg. Di cibo grasso e pesante, che ne basta una piccola porzione per saziare ("Vel dolce lì è s., è una matonàta!")

Sbaforà: v. Svanire, esalare, perdere il frizzante ("Vella sciampàgna lì è sbaforata, tirela via")

Sbagaglià: v. Liberare dai bagagli, liberare, svuotare una stanza, sloggiare ("O Terè, ’ttu’ bagheri han sbagagliato?")

Sbandolà: v. Sciogliere, trovare (anche in senso metaforico) il bandolo della matassa, risolvere una questione complicata

Sbandonà: v. Abbandonare, lasciare alla mercè, trascurare ("Vel bamboretto lì, se ’ssui lo sbandonino in vel modo lìe, butta male")

Sbarcà: v. Sbarcare, scendere da un mezzo di trasporto / fig. Licenziare, mollare una persona ("La mi’ dama m’ha sbarcato")

Sbaroccià: v. (aus. essere o avere) Perdere il controllo, sbagliare, prendere una cantonata, oltrepassare i limiti del decoro ("Delafistia com’è(/ha) sbarocciato! Ma cche ha bevuto? valcosa?")

Sbatacchià: v. Sbattere violentemente e con rumore

Sbatacchiàto: agg. Depresso, moralmente giù, pallido ("Che viso s. che hai!")

Sbellioràssi: v. Sbellicarsi dalle risate ("Vest’anno va ’vvedé la ’anzonetta del Morganti, c’è da s.")

Sbiacciuènte: agg. Di cosa viscosa, molliccia, unta, insipida, biasciàta ("Se l’ha mmangià llù vel troiaio lì sbiacciuènte!"); Scolorito, pallido ("O biondo s., vieni vì!")

Sbilurcià: v. Sbirciare, scorgere da lontano, curiosare intorno ("O troiaio! hai finito di s. vella sottana là?")

Sbinoccolato: agg. Mobile, articolato, sciolto nei movimenti, che si agita e si dimena ("O ccome balla vello sbinoccolato lì?")

Sbirbìto: sm. Furbo, birbante

Sbirbìto, avè l’occhio: v. Avere l’occhio a furbetto

Sbottonafìsti: sf. Donna ammaliatrice, fatale e provocante

Sbrodà: v. Eiaculare

Sbruà: v. Pulire a fondo ("O leto, dàtti ’na s. ’he nn’hai bisogno!")

Sbruffo: sm. Spruzzo, violento schizzo ("Gli sbruffi del mare"); fig. Bustarella ("Sse vvoi valcosa da lullì bisogna tu ni dia un bello s."); Esse’ alli s. del mare : locuz. Vivere pericolosamente o in condizioni economiche precarie

Sbuonàto: agg. Gay / fig.scherzoso Persona fortunata al gioco

Scaarìto: agg. Striminzito, insignificante, magro ("Smetti di fa la dieta, ’uno vedi come ssei doventata scaarìta?") / locuz. "Bel mi’ s.! hai voglia di bé ova, tanto ’un ti rimetti!": Non ti dar troppo da fare, tanto non puoi rimediare

Scabòdda: sf. Personaggio immaginario, cognata della Befana della quale è l’antitesi, perché ha il compito di controllare che il bamboretto non mangi troppi dolci dalla calza ("che sse la facci durà"), altrimenti scende nottetempo dalla cappa della cucina o del camino e gliene sottrae

Scacàccia: sf. Paura

Scaccolà: v. Ripulirsi il naso con le dita, pulire a fondo ("Lellì è d’una precisione, c’ha una casa scaccolata ’he ’un ni trovi una lézzora!")

Scacià: v. Scacciare, mandar via in malo modo, liberarsi di qualcuno ("Lullì vì ’n casa ’ummi garba, scàcelo!")

Scafàgna: sf. Abbondante quantità di qualcosa (" ’Ada vì, oh! oggi ho raccattato una s. di fungi!")

Scallà: v. Aprire una porta o finestra o gli occhi

Scamonèo: sm. Ragazzo birbante, piccola canaglia, dispettoso

Scampanàta: sf. Chiassata di ragazzi con barattoli, tegami e vasi da notte per ricevere il ritorno di due vedovi dopo la celebrazione delle nuove nozze

Scapeggià: v. Negare, dissentire

Scapezzòtto: sm. Scapaccione, scapellotto

Scaramacàllo: sm. Caramella, dolcetto di zucchero e nocciole / fig. Sputo catarroso

Scarozzà, Scaronzà: v. Portare a giro, far divertire, non tener fermo qualcuno ("Ma vanto la scarozzerai la tu’ spò!")

Scarpàccia: sf. Caratteristica torta viareggina (o camaiorese) a base di zucchini tagliate a rotelle ("Ma ccome seràn bóne le tu’ scarpacce! Vando ne rifai me la rifai assaggià?")

Scartìno: sm. Gioco del calcio in cui ci si affronta uno contro uno e il cui scopo è trabuà o buà (vedi) l’avversario ed impedirgli di conquistare il possesso del pallone

Scassà: v. Cancellare

Scassìno: sm. Gomma per cancellare

Scatafógna: sf. Grave malattia infettiva immaginaria, usata per invettive, soprattutto scherzose ("Ti venisse la s.!")

Scazzaburèllo: sm. Improvviso vortice o raffica di vento / Frusta per punizioni usata in marineria nei confronti di chi non si subordinava al capitano della nave

Sceccà: v. Seccare, prosciugare, svuotare ("Dalla sete c’aveva ha s. una bròcca di vino")

Scentà: v. Straziare, violentare, fare scempio, schiantare, svellere

Scénto: sm. Violenza insensata / Malattia, indisposizione, deperimento ("Andà nelli scenti") / Persona sciocca, sprovveduto, privo di senno

Scépe: sf. Cespuglio, siepe, covo

Scepìno: sm. Piccola siepe

Scepìno, mette’ allo: locuz. Mettere in difficoltà qualcuno

Scepìno, saltà lo: locuz. Riferito a donne di facili costumi, che facilmente si nascondevano (saltàvino) dietro le siepi per amoreggiare con il zu’ ganzo

Scepóne: sm.fig. Ammasso di qualcosa (nubi, sabbia o gente) ("M’èn passate davante uno s. di genti che ’un ti dìo!")

Schèrzi: sm.pl. Panini per signori, all’olio, fatti in forme bizzarre

Schiacciarello, Sctiacciarello: sm. Vino poco pestato e fermentato

Schiantà, Stiantà: v. Cadere pesantemente, morire stecchito. Spesso usato come malaugurio: "Tu’ stiantassi te’ e ’l budello di tu’ mà!"

Schiavà, Stiavà: sm. Aprire, togliere il chiavistello

Schiavà ‘ddenti: v. Mangiare ("E’ da iersera che ’un istiavo ’ddenti")

Schìnzo: agg. Persona dai gusti particolari, schizzinoso, che prova repulsione verso tutto, in particolare verso il cibo ("Delafia come sei doventato schinzo, nianco t’avessi misso ’n tàula un piatto di mèa!")

Sciàbia: sf. Sciabica, rete da pesca / L’insieme del pescato con la sciabica

Sciabigòtto: agg. Scemo (anche in senso affettuoso "Come ssei s.!"), tonto, persona rincitrullita (sciabigòtto era infatti il pescatore con sciabica, tipo di pesca passatempo per gli ex uomini di mare che avevano abbandonato l’attività per anzianità)

Sciaffé: sm. Autista (dal francese chauffeur)

Sciàgnà: v. Sgangherare, deformare

Sciagnàto: agg. Persona deforme, piena di difetti fisici, zoppa

Sciambràna: sf. Riquadratura in legno delle porte o, in stoffa, della parte superiore delle tende

Sciambràna, testa a: sf. Invettiva scherzosa

Sciambrottà: v. Agitare del liquido dentro un recipiente chiuso ("Sciambròttelo ’m popò prima di berlo, sennò ti ci rèstino ’ppalloccori")

Sciambrottìo: sm. Rumore continuo di liquido agitato ("Ma cche è ’sto s.? ’Un zzarà miga ’n tubo rotto?")

Sciaminèa: sf. Canna fumaria o cappa del camino

Sciancà: v. Azzoppare / Rimproverare duramente ("Telofistio, che sciancata n’ha datto al zù figliólo!!!")

Sciantillì: sm.pl. Stivali di gomma

Scilécca: sf. Vedi Cilécca

Sciambràccola: agg. Sciocchina, stupidina, vanesia (affettuoso)

Scìmmia: sf. Ubriacatura

Sciòa: sf. Sciame di gente in movimento ("Oggi ci dev’esse’ ’ppiéno al Corso: c’èra una sciòa di forestieri alla passerella!")

Sciòccolata/o: sf.sm. Cioccolata

Sciogrà: v. Scegliere, pulire, separare ("Mi dai una mano a s. ’ffagióli?")

Sciograto: agg. Elegante, raffinato / ironico Persona che vuole parlare in modo saccente per apparire colta

Sciòttise: sf. Ballo movimentato simile alla polca

Scìppe: sm. Nave o bastimento a tre alberi ("Il mi’ nonno navigava sulli s.")

Sciùgna: sf. Sugna, grasso di maiale

Sciugnìno: sm. Persona magra, asciutta (priva di grasso, di sciùgna)

Sciuttamàne: sm. Asciugamano

Scivertà: v. Torcere, deformare, rovesciare ("Da tanto che s’è scivertato sembra una vite...")

Scocheggià: v. Cucinare, trafficare in cucina con impegno ("E ttu mà?" "E’ a ccasa a s.")

Scóla: sf. Scuola ("Io ero alle scóle Lambruschini")

Scorcétto: sm. Avanzo, resto di candela, moccolo

Scoroncià: v. Recitare il rosario, spipporando (vedi) la corona

Scranna: sf. Sedia rustica impagliata, vecchia sedia sgangherata, Poltrona di potere ("Lullì da vando ha ’ssaggiato la s. è doventato un traffiòne…")

Scrannìn-furato: sm. Seggiolino forato per consentire ai bamboretti di fare i loro bisognini

Scrannone: sm. Seggiolone per bambini

Scròi: sm.pl. Pesanti scarpe di grosse dimensioni

Scucì: v. Scomodare, disturbare / ’Un ti s.!

Scucì, un ti: ironica locuzione rivolta verso un atteggiamento di avarizia di qualcuno (" ’Un ti s., llucchese che ’un zéi antro!")

Sculezzorà: v. Sculettare civettuolamente

Sculignorà: v. Sculettare, scodinzolare

Sderenàto, Sd(e)renìto: sm./agg. Sfaticato, debole, smidollato

Sderenàglia: sf. Stanchezza, dolore alle reni per la stanchezza ("Arìvai a ssera c’avevo una s. da ’un dìssi")

Sdirazzà: v. Non assomigliare, tralignare, distaccarsi dalle abitudini delle proprie origini ("Lullì sumisbaglio sdirazza, ’un assomiglia su’ pà")

Sécchia: sf. Recipiente per l’acqua da bere che si teneva in cucina prima che esistesse l’acqua corrente, paiola (vedi); “Sì, una s.!”: locuz. "Per niente!", "Affatto!"

Séde: locuz. Mettersi a sedere, accomodarsi ("Mettiti un popò a sséde e racconta, li vói du’ pasticcini?")

Séga: agg. Noioso, polemico, brontolone

Séga, voce a: sf. Voce stridula; di uomo adulto; voce affemminata

Séghimelo!: Grido di sfottò che il Primo d’Aprile i ragazzi rivolgevano ad una persona, canzonandola, alla quale veniva appiccicata una striscia di carta pieghettata ed intrecciata a forma di sega

Seghìno: agg. Di persona eccessivamente meticolosa

Segaòssi: sm. Ortopedico o chirurgo in senso generico

Segata: sf. Cosa da niente / Scherzo ("Ne la facciamo una segata a vel popò d’antipàtio lìe?")

Segnà: v. Annotare un credito a qualcuno

Segóne: Essere/Fare il polemico, noioso, brontolone

Segurétto: sm. Piccola accétta, scure

Sémbola: sf. Semola / agg. Persona meticolosa, noiosa (vedi Séga)

Semboloso: agg. Noioso / Lentigginoso

Séme, bocca a: sm. Persona dalla bocca disgustata per un cibo di non gradimento ("Mangia e ’un fa la bocca a sseme!")

Senice: sf. Crepatura, screpolatura, fessura del legno

Serà: v. Serrare, chiudere, sbarrare

Servicélse: sm. Self-service

Séto: sm. Cattivo sapore o odore (" ’Unno mangià, sà di s.")

Sèttettré: sm. Spesa povera ("Hai speso ’nzovanto, ma hai preso un s.!"). Il vocabolo deriva dalla spesa del caffè (7 centesimi) e zucchero (3 centesimi) che le massaie viareggine acquistavano alla drogheria detta Degli Svizzeri. La quantità doveva bastare per l’intera settimana. Con l’aumento dei prezzi il vocabolo divenne sinonimo di una spesa infima

Sfagiolà: v. Andare a genio, convincere

Sferà: v. Andare a finire ("O tte? come ci sei sferato da veste parte?"). Vocabolo derivante dal gergo marinaresco che significa "perdere il controllo dell’imbarcazione", andare alla deriva

Sferacchià: v. Lavorare la maglia coi ferri da calza

Sfezzionàssi: v. Disaffezionarsi, disamorarsi

Sfilà: v. Far passare

Sfilà la ’orona: v. Dire in modo chiaro e tondo tutto ciò che si vuole dire, vuotare il sacco; pronunciare una sequela di bestemmie senza fine ("Ierzéra mi pà t’ha sfilato una ’orona delle sue")

Sfilaccià: v. Sfilacciare, ridurre in brandelli fini

Sfilarze: sf.pl. Specie di fagiolini

Sfragià: v. Sciupare in malo modo

Sgallettorà: v. Stare sempre in mezzo alle donne come il gallo nel pollaio / Sbollentarsi la mucosa della bocca o della lingua / Fare un orlo spreciso o irregolare

Sganzà: v. Cambiare donna o uomo con facilità

Sgarganà: v. Sgozzare, tagliare la gola

Sgnàcchera: sf. vedi Gnàcchera

Sgrendinato: agg. Spettinato, persona dai capelli incolti, scarduffato

Sgrillettà: v. Masturbare una donna / fig. Farsi venire la voglia di qualcosa ("Se mi sgrilletta, stasera, faccio du’ nécci")

Sgrinzì: v. Togliere le grinze, stirare / fig. Calmare la fame ("Me lo dai un biscotto, tanto per fàmmi sgrinzì lo stòmbao...")

Sgrumà: v. Lavare a fondo / Lavarsi ("Se mmi cèrchino dinni che ’un ci sono, sono ’m bagno a dàmmi ’na sgrumata.")

Sguènguero: agg. Complimentoso, vergognoso, che fa le moine ("E’ ’nutile tu facci tanto lo s.: vesta volta ’un te la faccio passà!")

Si: pron. Ci ("Si fàmo dà du’ palanche?")

Sìe!, Sìvve: sm. Affermazione ironica con valore negativo ("Ma ppò te l’han ridatte le piastre de’ ccialdoni?", "Sììììe... ormai ’unne rivedo più")

Sinnò, Sinnonnòe: Sennò, altrimenti

Sipe: sm. Botto, colpo fragoroso, esplosione ("Delanézza ’he ssipe! e cch’è stato?"). Dal nome di un tipo di bomba usata nella Prima Guerra Mondiale

Sistola: sf. Schiaffo o pugno tirato di sorpresa ("N’ha lascio partì una s. che l’ha rintronato mezzo!")

Slandróna: sf. Di donna senza volontà di fare, sprecisa, abulica, pigra ("Lellì è una s., ’un zi rifà nianco ’lletto!")

Sléppa: sf. Grossa fetta di qualcosa ("Stamani mi son mangiato una sléppa di fogaccia")

Slezzorà, Sdilezzorà: v. Pulire il soffitto dalle ragnatele (lézzore, vedi), spolverare

Smàfero: sm. Persona vivace

Smandrillà: v. Fare una cosa rapidamente, agitandosi tutto e con un certo piacere

Smanganato: agg. Deformato, guastato

Smaonàssi: v. Riempirsi lo stomaco fino all’impossibile

Smaonato: agg. Di persona che sopporta enorme quantità di cibo, come se fosse privo di stomaco (Maóne, vedi)

Smattugìto: agg. Stordito, rincretinito, rintontito

Sminestrà: v. Servire la minestra o una pietanza

Sniaulà: v. Smiagolare / Il piangere noioso ed insistente del neonato

Snìffito, Snìfito: sm. vedi Nìffito

Sobbàggioro: sm. Protuberanza, gonfiore o deformazione di un capo d’abbigliamento

Sòglioro: sm. Uscio della porta di casa

Sombà: v. Picchiare duro, riempire di botte ("Allo stadio, l’ùltrasse, co’ mmassesi, s’èn sombati come dde’ mmicci")

Sonàglioro: sm. Campanello, sonaglio, per estensione qualsiasi cosa produca rumore (compreso il giradischi)

Sortì: v. Uscire ("Stasera sorti?"), estrarre un numero della tombola o del Lotto ("E’ ssortito ’l 22?")

Sortù: sm. Cestellino comprensivo di oliera, acetiera, pepiera e saliera che viene usato a tavola

Spàccio: sm. Spedizione, corriere, disimpegno, disbrigo rapido (" ’Un ti móve ddi vì: vado a ffà uno spaccio e ttorno")

Spapparàssi: v. Mettersi comodo, sdraiarsi comodamente su qualcosa ("Sono ìto sul molo e mi son spapparato su uno scoglio, come una ciottèllora")

Sparaciàssi: v. Aprirsi completamente la camicia dal caldo, mettersi a torso nudo ("Mi sà d’avè beccato valcosa: dev’esse’ stato vando stamane mi sono sparaciato")

Spargìsse: sm. Aspersorio per l’acqua benedetta

Sparocchià: v. Cambiare zona d’abitazione ("E’ sparocchiato: è andato a stà al Terminetto"), invadere il territorio altrui, sconfinare

Sparpartù: sm. Cornice di cartoncino o tela gommata che tiene unita un disegno o una foto al vetro del quadro

Spendanato: agg. Trascurato, mal vestito, incolto

Speorellà: v. L’incresparsi del mare che produce la schiuma bianca sulle creste delle onde

Sperì: v. Perire, morire dalla voglia

Speruccà: v. Tagliare i capelli ("Ti sei andato a ffà s.?")

Spérzendendo: avv. A zonzo, disperso in giro, a torzo (vedi)

Speténca: agg. Di ragazza vivace, chiacchierona, pettegola

Spillaccorà: v. Ridurre in brandelli, sfrangiare, rendere cencioso

Spillaccherone: agg. Sporco, pieno di càccari (vedi) nei vestiti o nei capelli

Spiolà: vedi Piolà

Spipporà: v. Sgranare (es.: piselli, rosari, ...), premere freneticamente dei pulsanti ("La smetti di s. col teleomàndo?"), assaggiare a piccoli bocconi ("spipporà un popoìno d’uva")

Spistellà: v. Cullare in braccio

Spò: sf. Moglie

Sporta: sf. Un bel niente

Sportìno: sm. Piccola cesta

Spraccà: v. Divaricare, spalancare, allargare (in particolare riferito alle gambe)

Spracchìcchio, sedéssi a: v. Sedersi a gambe divaricate o a cavalcioni di qualcuno

Spregiudià, Sprigiudià: v. Valutare con pregiudizio, disprezzare ("Lullì li sprigiùdia tanto e ’n tanto ci s’agghènga sempre")

Spolatori: sm.pl. Boy-scout

Spulentà: v. Servire, ma anche cuocere e preparare, la polenta

Spulentata: sf. Grande mangiata di polenta ("Sàbbato sera avémo fatto una spulentata co’ ffungi da leccassi ’bbaffi")

Spuppà: v. Svezzare

Spuppabàmbori: sm. Persona adulta che insegna ai ragazzi i segreti dell’amore e del sesso

Spupporata: agg. Di donna scollacciata o in topless / Di donna dai seni piatti ("Ma cche vvóle da me vella s. lìe?")

Staminàra: sf.fig. Costola. Dal marinaresco: la s. è la travatura sagomata di una barca che ne sostiene il fasciame

Stanghìno: sm. Pertica utilizzata per spostare le bèole (vedi) lungo il canale Burlamacca

Stasentì: "Stai a sentire", "Ascolta quello che ti dico", "Senti questa..."

Steccurìto: agg. Stecchìto / Di persona che sta impalata e dritta / Stupìto, ammutolito

Sternacchiato: agg. Giù disteso, morto, stordito e senza volontà

Stiaccià: v. Schiacciare, calpestare, arruotare / fig. Bocciare a scuola

Stiaccià ’mmoccoli: v. Bestemmiare

Stiaccià(ta): sf. Bocciatura a scuola, batosta, sonora sconfitta (" ’L Viareggio doménia ha preso una s.!!!")

Stiacciat(in)a: sf. Focaccia salata di basso spessore

Stiacciamiglioni: sm. Pesante mezzo con un rullo anteriore per comprimere l’asfalto o i sassi

Stiàmpa: sf. Grosso ciocco di legno da ardere

Stiàmpa d’òmo: agg. Uomo forte e muscoloso

Stiàmpa di figlióla: agg. Ragazza formosa e ben fatta

Stiàmpe: sf.pl. Gambe ben fatte

Stiantà: vedi Schiantà

Stiappà: v. Spaccare, dividere

Stintingnà: Scuotere, agitare, dimenare, scrollare

Stioccà: v. Schioccare / Infilare, affibbiare, mettere o dare con decisione ("N’ha stiòcc(at)o ’l badile ’n mano e n’ha dìtto: ora scava!")

Stioccà le mane: v. Applaudire

Stioccate, farsi le: v. Compiacersi

Stòmbao: sm. Stomaco (" ’Ummi fà ppiù rivedè vella robba lì, ’he mi fai rovescià lo s.!")

Stombaùccio: sm. Piccolo rutto, rigurgito

Stombaùcci, avé li: v. Avere la nausea

Stóppa: sf. Ubriacatura ("Delafia che stoppa ’he présimo al veglione")

Stòrge’: v. Storgere, piegare / Girare ("Arìvi alla prima traverza e storgi a destra") / Sdirazzare, cambiare in peggio ("Attento perché se al tu’ figliólo ’unni dai ogni tanto du’ labbrate, po’ storge!")

Storione: agg. Di persona che fa un mucchio di storie, che non gli va bene niente

Straccà: v. Portare o trasportare via, come il mare in tempesta che strappa e trasporta i detriti marini

Straccàli: sm.pl. Detriti di legno, ossa, radici ed alberi straccati e depositati sulla spiaggia durante una libecciata

Straccatùra: sf. L’insieme degli straccàli

Stralogà, Strologà: v. Scrutare, guardare attentamente il cielo per predire il tempo / Indovinare

Stranomà: v. Affibbiare un nomignolo, soprannominare

Streggià: v. Strigliare, lavare bene col bruschino, scaccolare (vedi)

Strizzalimoni: sm. Spremilimoni / fig. Persona che strizza frequentemente uno o entrambi gli occhi per un tic nervoso

Strizzòtto: sm. Forti dolori addominali ("Era méglio se ierzéra ’unno mangiavo ’l cavolo strascinato: stanotte certi strizzotti!!!")

Stroncapinétti: sm. Persona malaticcia, magra e debole / Gioco dei ragazzi che consisteva nel sorprendere correndo l’avversario con un colpo deciso del dorso della mano dietro al ginocchio, in modo di fargli piegare la gamba e farlo cadere. In spiaggia, invece, un ragazzo corre intorno ad altri distesi in cerchio con i piedi al centro che cercano di farlo cadere afferrandolo per le caviglie. In entrambi i giochi se il giocatore cade, gli altri gridano "Alli stroncapinétti!!!"

Stronchicchiato: agg. Tutto rotto nelle ossa per fatica, reumatismi o malattia ("Devo covà: mi sento tutto s.")

Stùrma: sf. Combriccola rumorosa, schiera di persone, ghènga, banda di ragazzacci

Sùdicio: sm. Pattume, spazzatura, immondizia ("Mi dici un pò? vanto paghi di s.?")

Sughétta: sf. Tubo per il rabbocco dei fiaschi dalle damigiane d’olio o vino / fig. Forte bevitore di vino

Sugofinto: sm. Sugo di condimento della pasta, così chiamato perché all’apparenza somiglia al ragù di carne, mentre invece è fatto di soli odori. Se in tempi magri veniva fatto perché era molto più economico del sugo di carne, oggi viene fatto soprattutto perché è più veloce a farsi (eh sì, sono i tempi che cambiano!)

Sumisbàglio: "Se non mi sbaglio"

Sventriolà: v. Ancheggiare vistosamente, muovere il ventre (" ’Ada vella modella lì come si sventrìola per isfilà con vel cencio lì addosso")

Svergazzato: agg. Avere il viso congestionato, rosso dal freddo o dalla rabbia

Sverinata: sf. Brusco cambio di direzione

Sverzato: agg. Di ragazzo maleducato, scomposto, che fa i versacci

Svitiàto: agg. Vedi Sbinoccolato

Svituperà: v. Far malidicenze, offendere

Svòlgio: sm. Forte stimolo diarroico accompagnato da forti dolori al ventre ("strizzotti", vedi)